Peggioramenti

Salve gente!

Come state?

Spero bene.

Per quanto riguarda me, beh procede.

Venerdì scorso sono entrato in sala operatoria per farmi mettere il PICC.

Tra l’altro io pensavo che la procedura fosse più semplice e rapida invece no.

O meglio, alcuni ospedali fanno questa procedura in reparto o in caso di ricovero, la fanno direttamente in stanza del paziente.

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Frustrante.

La settimana scorsa è stata abbastanza frustrante.

Tanto per iniziare sono caduto per la seconda volta in palestra.

E in più, come se non bastasse, il mio braccio e gamba sinistra continuano a dare problemi.

E questo mi rende abbastanza nervoso.

Insomma, lo sapete ormai che per me la palestra è importante.

Almeno credo che lo abbiate capito, vi ho fatto “na capa tant”

Traduzione:

“Una testa così”

Credo che ci abbia fatto cinque-dieci articoli su questa cosa.

È l’unica cosa che mi rende felice.

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Risposte.

L’altro giorno stavo parlando con una mia amica e scherzando le mando la foto di me con il bastone.

Ricordate no?

Vi dissi che avevo comprato un bastone da appoggio per via delle perdite di equilibrio.
Ecco.

Lei ancora non lo sapeva e meravigliata mi chiese del perché questa mia decisione.

E io le ho spiegato delle perdite dell’equilibrio.

Lei confusa mi chiese se erano dovute all’orecchio visto che è l’organo che lo controlla.

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Guerra.

Guerra.

L’altro giorno riflettevo su una cosa.

Ovvero che gli ultimi due anni sono stati dei tempi un po’ duri per tutti noi.

Periodi di guerra diciamo così.

Prima c’è stato il virus che come sappiamo è
stata una bella botta.

Dove alcune persone ancora si devono riprendere del tutto.

Infatti ci sono state ripercussioni psicologiche per molti giovani.

Per via dei due lockdown che ci sono stati.

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Lotteria

La settimana scorsa è arrivato il mio tumore dall’ospedale San Martino di Genova.

Quello in cui ho fatto le radioterapie insomma.

Si, l’ospedale che ha il macchinario della radioterapia che ogni tanto fa i capricci.

Ovviamente ho detto tumore ma il termine esatto è esame istologico che a sua volta è contenuto in un vetrino.

Quindi dovrei dire che sono arrivati i vetrini e non il “mio tumore”.

Ma lo sapete, devo fare sempre il coglione.

Che poi abbiamo fatto un casino per farceli mandare.

Perché?

Bhe inizialmente l’idea era quella di mandarli direttamente a Roma, al neurologo che doveva analizzarli.

Però, per questioni di logistica ho optato di farli spedire prima a me e poi mandarli a Roma.

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Scegliere.

Oggi voglio raccontarvi una storia riguardante lo scegliere.

Una storia che forse ho già accennato in precedenza e che per me è molto importante.

Visto che racchiude un po’ del mio vecchio carattere che avevo.

Ciò accadde molto tempo fa, nel duemila dodici-tredici più o meno.

I medici che mi seguivano all’epoca, per la crescita mi comunicarono che la non sarei più cresciuto in altezza.

Ovviamente non la presi benissimo anzi, direi proprio che la presi proprio male.
Era anche il periodo in cui stavo affrontando una crisi “adolescenziale”?

non so come definirla ma comunque era una crisi ha ha.

Ad ogni modo, questa crisi mi aveva messo delle convinzioni in testa stupide.

Una di queste convinzioni era che l’altezza nella società e nella vita di tutti i giorni era  importante, anzi essenziale.

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Fatti.

Venerdì i miei genitori sono andati a Roma per parlare con un neurochirurgo.

Io non sono andato perché era inutile, era solo un colloquio e avrei saltato una sessione di allenamento per due parole.

Quindi non ne valeva la pena.

Abbiamo risolto qualcosa?

No.

Ha semplicemente valutato il caso e ha stabilito che non si può operare.

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Aspettare.

In un mio vecchio articolo vi parlai del tempo e del suo “potere”.

Infatti secondo alcune persone, il tempo sarebbe in grando di riparare delle fratture nelle proprie vite.

Sul serio.

Alcune persone sono convinte del fatto che il tempo cambi ogni cosa.

Spesso ci sentiamo dire:

“Col tempo tutto si aggiusta”

Pensano che basti aspettare un paio di mesi o un paio di anni e automaticamente le cose cambiano, si aggiustano.

Ma non funziona così.

È l’alzare il culo dalla sedia e fare qualcosa che  cambia le cose.

O almeno per certe situazioni così è.

Insomma, la settimana scorsa vi ho raccontato del fatto che stiamo cercando altre strade, altre terapie o se si può intervenire chirurgicamente.

Infatti sto mandando la mia cartella clinica un po’ ovunque.

Mi sento come se stessi cercando lavoro ha ha e la mia cartella clinica fosse il curriculum.

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