Aiutate DAVVERO le persone

Sapete, durante questa mia “carriera” da malato di cancro, ho conosciuto un’emozione che, col tempo, ho imparato ad odiare, ovvero “la compassione”.

Il motivo è da attribuire a quelle persone che ti stanno affianco solo per tenersi pulita la coscienza dopo che magari, in un secondo momento ti hanno trattato da schifo.

Insieme a quelle tipiche frasi fatte, sentite e risentite del tipo:

Non sai quanto mi dispiace per te” , 

“La notizia della tua malattia mi ha sconvolto” ,

come vanno i controlli?”,

ti trovo proprio bene”.

Tra l’altro, anche scorrette da dire.

Ne ho conosciute tante di persone così, sia conoscenti che non, e questo capitava anche fuori dall’ospedale o magari per strada.

E’ come se volessero a tutti i costi sanare il dolore, convinti di essere capaci a farlo o in altri casi con metodi sbagliati visti da loro invece come metodi giusti.

Ovviamente con risultati negativi e talvolta imbarazzanti per me.

Ora vi racconto due episodi che mi sono accaduti quando ebbi la recidiva.

Ero ad una specie di “fiera del cibo”per prendere un po di pane visto che, nella casa che avevamo affittato per quel periodo mancava;arrivati alla cassa, il cassiere vedendo la mia medicazione in testa e sorridendo, senza mostrare disagio o altre emozioni, applica uno sconto all’attuale prezzo del pane.

Ora, questo, per alcuni di voi non significa niente, ma per chi vive questo genere di cose, in fondo, se ne accorge.

Di per se, il gesto può essere anche gentile, ma per me il gesto mi potrebbe far sentire una persona debole che non è capace di fare niente.

Quando io, in tutta la mia vita, ho dimostrato tutt’altro che debolezza.

Il secondo episodio invece è stato pochi giorni dal mio ritorno a casa, quando, per strada mi fermò una vecchia amica di mia madre che mi disse:”ho saputo dell’operazione, mi dispiace tantissimo, ora ti vedo bene”

Emozioni provate in quel momento?

fastidio e imbarazzo.

Purtroppo quando si incontrano  questo genere di problemi, non si sa come gestirli, perché non è alla loro “portata”, è come se la “cosa”fosse più grande di loro.

Ora, se volete aiutare le persone, fatelo per davvero e siate pazienti perché non bastano due paroline e valutate bene l’aiuto che state dando.

E soprattutto non aiutate le persone solo per ripulirvi la coscienza.

Un abbraccio.

 

 

 

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